L’artista austriaca Birgit Jürgenssen, scomparsa prematuramente a cinquantaquattro anni, ha prodotto una considerevole quantità di opere d’arte, tra cui fotografie, disegni, dipinti, sculture e abbigliamento, che manifestano un’acuta prospettiva femminista in una Vienna dominata dalla mascolinità trasgressiva dell’Azionismo e dai costumi conservatori della borghesia austriaca. Le sue sperimentazioni parlano di identità e di essere, di psicoanalisi freudiana e Surrealismo, mantenendo al contempo un livello di pensiero politico inequivocabilmente utopistico. Ne sono un esempio i disegni di Jürgenssen degli anni Settanta: la figura ben vestita, metà umana e metà crostaceo del disegno Fehlende Glieder (Missing Limbs) (1974); il corpo nudo e seduto con l’inconfondibile testa pelosa e la schiena ricurva di un gatto nero in Ohne Titel (1977); e i piccoli coltelli che intagliano elementi animali di Ohne Titel (1974). Questi disegni rivelano la spinta erotica, psicologica che arde appena sotto la superficie delle cose. In Froschschultergürtel (Ergänzung zum menschlichen Bewegungsapparat) (1974) le relazioni tra i confini della mente interiore e del corpo esterno diventano ambigue, mostrando uno scudo di ossa legato al corpo di una donna in cuffia e in bikini. Che si tratti di una fantasia o di un incubo, la rappresentazione della femminilità viene legata a qualcosa che non è fisso ed è al contempo inconoscibile.
Madeline Weisburg