L’artista new media LuYang realizza installazioni immersive con tecnologie avanguardistiche che calano i visitatori nel suo mondo materiale simil-videogame tramite video, scultura, luce e suono. Le installazioni sviluppano una miscela che va dall’estetica degli anime giapponesi alle esplorazioni scientifiche reali e di finzione, fino all’iconografia religiosa e agli immaginari umoristici/sardonici della cultura tecnologica contemporanea. Lo spazio risuona, attraversato da colonne sonore energiche di musica techno, lirica, o death metal. Nel suo nuovo anime per la 59. Esposizione Internazionale d’Arte, intitolato DOKU – Digital Descending (2020–in corso), l’artista crea una narrazione fittizia, contraddistinta dall’ironico inserimento di molte notizie della vita reale. Nel film, lo spettatore viaggia con il protagonista, Doku, in un percorso che comprende sei reincarnazioni spirituali (tra cui il paradiso e l’inferno), uno sciamano vendicativo e gli ansiosi passeggeri di un aereo. Da lontano gli spazi di LuYang ricordano la frenesia multisensoriale di un centro commerciale o di una casa degli specchi. Le sue opere bizzarre ed euforiche nascono dalla sua ricerca nei laboratori di neuroscienze, da influenze hip hop, da uno stile goth street e dalla pratica dell’otaku (termine giapponese che indica l’ossessione per i computer e le nicchie culturali più popolari, come gli anime e i manga), oltre a ciò che immaginiamo possano contenere gli angoli più reconditi della sua mente. Il mondo di LuYang riflette il dinamismo dell’attuale momento storico in Cina e le sue interpretazioni in una cultura globalizzata.
Ian Wallace