I pochi disegni di Milly Canavero sono l’unica traccia di una vita ritirata, indipendente e avvolta nel mistero. Grazie al fortuito incontro con un medium professionista, nel 1973 Canavero comincia a produrre una serie di componimenti che – inizialmente disegnati con l’aiuto di una planchette (tavola Ouija per la scrittura automatica) – ritiene essere messaggi provenienti da forze extraterrestri. Produce queste composizioni con una precisione ottenuta attraverso gesti ossessivi e ininterrotti: dopo aver tracciato segni circolari, ellittici o spiraliformi, l’artista taglia la composizione con geometrie spigolose, come frecce direzionate verso l’alto, linee rette, triangoli e uno strano alfabeto geroglifico. Nella serie in mostra Untitled (1982–1986), questi codici alfanumerici sono aggiunti dopo la prima stesura del disegno, con lo scopo di specificarne il significato o aiutarne la lettura. Sebbene l’attitudine alla scrittura in lingue sconosciute permetta di associare la sua pratica alla glossolalia medianica, l’aspetto distintivo della produzione di Canavero risiede nell’inusuale ordine della sua pittografia e nel fatto che essa non sia il frutto di momenti di alterazione psicofisica. Nel segno dell’occultismo a cui la sua pratica è ricondotta, le tavole medianiche non sono solo il risultato di moti fisici e interiori ma la traccia di un’esperienza cosmologica, che non può dirsi priva di condizionamenti reali.
Stefano Mudu