Quintus Miller; Paola Maranta; Jean-Luc von Aarburg
Ci è piaciuto molto il termine thoughtscape, definito da Quintus Miller come una “vasta topografia di pensieri interdipendenti”.
Come architetti, Miller & Maranta possiedono una straordinaria capacità di promuovere antiche tecniche costruttive adeguandole alla realizzazione di edifici contemporanei. Nei loro progetti si percepisce l’influenza della cultura e della memoria; ed è a quest’ultima che bisogna fare riferimento per costruire il presente. Gli strumenti utilizzati nel lavoro dello studio sono ingegnosi, tattili, sofisticati, emanazione diretta del loro thoughtscape, una miscela di casualità, intuizione, erudizione accademica e precisione.
Questa “costellazione insolita” di frammenti, spazi e materiali accompagna il visitatore curioso in un viaggio entusiasmante, che attiva i ricordi o le esperienze vissute e consente di comprendere la meravigliosa capacità dell’architettura di formare e trasmettere associazioni impreviste. La loro installazione, che rappresenta il FREESPACE del pensiero e della creatività, ci fa pensare a A. S. Byatt e al modo in cui descrive il fare poetico: “un ritmo musicale che infiamma le cellule di contenuti sensoriali, una miscela di precisione e casualità”. Il loro intervento restituisce meravigliosamente il mondo interiore, la forza trainante del fare architettura.
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